Laboratorio di cinema “Anila”
INTERVISTA A SANDRO TARTER
Realizzato dal laboratorio di cinema “Effetto notte” del Liceo Classico “Carducci” di Bolzano e coordinato dal prof. Sandro Tarter, il film “Anila” è stato proiettato al Teatro Cristallo il 18 novembre 2009, all’Auditorium dell’ITI “Galilei” il 25 novembre e al Film Club il 1°dicembre, con grande partecipazione di pubblico, soprattutto di giovani.
La produzione del film è durata 3 anni, nel corso dei quali un gruppo di 60 studenti si è divertito e si è emozionato a inventare, a recitare e a riprendere, individuando per le varie scene le location e le inquadrature più adatte. Dal mare agli svincoli autostradali, dagli autogrill alla stazione dei treni, dalle periferie cittadine a squallidi interni, i personaggi si muovono su molteplici sfondi, giocati sugli effetti cinematografici e sull’alternanza delle luci e dei primissimi piani. Ottimo il taglio di alcune inquadrature, di forte impatto visivo.
Brevi ed essenziali i dialoghi in un mondo di difficili rapporti umani che ruota intorno alla protagonista: Anila, una ragazza albanese che giunge clandestina in Italia, dopo la tragica uccisione dei suoi genitori. Efficacemente interpretata da Linda Papavangjeli, lei stessa di origine albanese, Anila deve confrontarsi con Filippo, sfruttatore violento e prepotente, ma accattivante, recitato da Marco Bertacchi e con l’ amico Marco, sognatore che vive vagabondo ai margini della società, interpretato da Alex Bressanutti.
Ma proviamo a intervistare il prof. Tarter, grazie al quale ha preso il via il progetto:
Com’ è nata l’idea del film?
3 anni fa…inizialmente abbiamo cercato con un gruppo di studenti, tra cui anche ragazze straniere emigrate, appunto albanesi, racconti e storie che potessero interessare e ne abbiamo trovata una sui senzatetto, che poi abbiamo via via modificato. Originariamente la sceneggiatura era molto più ampia, ma per esigenze di tempo e di spazi è stato necessario fare parecchi tagli e ridurla all’essenziale.
Quali temi vengono affrontati e perché?
Il tema dell’avventura vissuta da giovani, in particolare l’avventura di emancipazione e di riscatto di Anila, ragazza albanese immigrata in Italia, la solitudine e poi i sentimenti classici: l’amore, l’amicizia, la vendetta. L’elemento drammatico dell’uccisione dei genitori e della partenza dall’Albania, il confronto con il ‘cattivo’ fanno da input alla trama, costruita secondo i canoni tradizionali della fiaba, secondo il modello di Propp, con un protagonista, un antagonista e un ‘aiutante’ che si intrecciano nella vicenda con molti personaggi minori.
Curiosità dietro le quinte?
Ci sono stati molti episodi divertenti, come buffe battute sbagliate che equivocavano sulle parole, ma anche tanta tensione nel dover girare delle scene in tempi strettissimi (43 ore di prove in una settimana!) e nel fare i conti con elementi imprevisti, come per es. la pioggia, che nella versione definitiva ha trasformato una scena, rendendola anzi più efficace. Comunque, sia i ragazzi che hanno recitato che quelli che hanno collaborato in vario modo alla produzione del film hanno lavorato moltissimo, un’esperienza umana e una sfida comune che li ha arricchiti attraverso varie forme di creatività.
Progetti per il futuro?
Adesso sto preparando con alcuni studenti del Classico un cortometraggio sul tema dell’ambiguità per il Festival studentesco e poi è previsto, in accordo con l’assessorato alla cultura in lingua italiana, di spostare il laboratorio di cinema al Teatro Cristallo: tutti i martedì, per ragazzi dai 15 anni in su e per gli appassionati di cinema.
Lidia Bertacchi
Lidia Bertacchi
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