sabato 26 marzo 2022

TRILOGIA LETTERARIA © 2022 (TIZIANO ASTOLFI) - RECENSIONE DI LIDIA BERTACCHI


TRILOGIA LETTERARIA © 2022 
di Tiziano Astolfi      

    

                                              recensione di Lidia Bertacchi
                                                  

Da alcuni giorni compare on-line sul sito dell'artista multimediale e autore Tiziano Astolfi la Trilogia Letteraria © 2022 composta dai racconti intitolati rispettivamente Venerbato , La scatola dei turisti, La Cinquecento blu.  Si tratta di tre racconti brevi in cui l'ispirazione autobiografica costituisce il punto di partenza da cui scaturiscono le idee per costruire la narrazione di ogni singolo pezzo.

Nel primo racconto, "Venerbato", il raggio laser di un orologio digitale fornisce l'input per un viaggio metafisico tra realtà e fantasia, in cui il tempo perde consistenza. Il lettore è incuriosito dall'enigma delle frasi palindrome e il mistero si risolve alla fine in modo inaspettato.

Nel secondo racconto, "La scatola dei turisti", si nota una maggiore aderenza alla realtà vissuta e ai ricordi legati al passato, ai mitici anni '80, quando si verifica un fatto insolito che colpisce la sensibilità dell'autore.  La consapevolezza dell'ineluttabilità degli eventi naturali e l'ironia della sorte costituiscono gli elementi-chiave per interpretare l'originale vicenda, realmente accaduta e descritta in modo straordinariamente dettagliato.

Infine il terzo racconto della trilogia, ovvero "La Cinquecento blu", fa riferimento ad un fatto avvenuto negli anni del boom economico, periodo in cui anche possedere una vettura utilitaria, come la Cinquecento, era una conquista sociale per alcune persone. La vicenda in sé è un piccolo 'giallo', frutto di fantasia, ma il caso da risolvere in base agli indizi, è narrato in modo realistico e non è privo di un  velo di bonaria ironia.

Qui di seguito le rispettive Prefazioni ai singoli tre racconti di Tiziano Astolfi. visionabili sul sito  www.tizianoastolfi.com  sezione > Letteratura

 

Prefazione di " Venerbato"

Un  viaggio metafisico che si costruisce attraverso la chiave di frasi palindrome: l'input che  ispira il racconto "Venerbato" è dato da un orologio digitale con raggio laser che proietta un'ora indefinita, le 00.00, un attimo sospeso tra passato e futuro. L'atmosfera surreale è sottolineata dalla "fievole melodia", dalla "fioca luce con sfumature verde-azzurre" e dall'insolito "profumo di essenze orientali", che costituiscono gli elementi caratterizzanti del  "piano ovattato", il luogo di osservazione dell'autore.  L' allitterazione della consonante 'f' nelle parole usate per la descrizione induce a pensare ad un soffio delicato che innesca la visione e la riflessione.

Il racconto parte da un  enigma e stabilisce fin dall'inizio un equilibrio tra realtà e fantasia. La reiterata curiosità per il nuovo e per l'insolito che caratterizza l'autore e lo stupore di fronte all'apparire di un misterioso aquilone, su cui sono impresse delle frasi palindrome, creano una sorta di suspence che induce il lettore a scoprire il séguito della narrazione. Si possono individuare tre tappe fondamentali, definite "case della formazione", che formano un arcano intreccio tra didattica, musica e arte e stimolano chi legge a "interagire con il pensiero" per soddisfare il desiderio umano di conoscere ed esplorare uno spazio metafisico, spazio in cui si ha difficoltà a rapportarsi con la linea del tempo. Il sogno svanisce grazie all'inserzione di un elemento realistico, il "segnalibro", che risveglia l'autore e gli dà la consapevolezza di aver 'vissuto' un viaggio utopico in un giorno che non esiste.

 

Prefazione di "La scatola dei turisti"

Si discosta dallo stile dei precedenti il racconto breve di Tiziano Astolfi "La scatola dei turisti" (2022) per la maggiore aderenza alla realtà del vissuto, anche se tutta la vicenda è filtrata attraverso gli occhi dell'autore che narra in chiave autobiografica, anche se del co-protagonista si parla in terza persona.  Riaffiora il passato, il rimpianto per i mitici anni '80, in cui T.A. ha sperimentato e vissuto le più memorabili avventure. Sono gli anni più intensi della sua formazione e della sua produzione artistica, nonché il periodo della spensieratezza, delle amicizie, degli amori, della massima creatività. L'attrazione  e la curiosità per l'insolito costituiscono il motore narrativo di questo racconto incentrato su un episodio che mette in luce la sensibilità e la generosità di un amico nei confronti del mondo animale, ma anche il ruolo della casualità nelle vicende umane.     Il racconto rivela ancora una volta la predisposizione dell'autore ad osservare e riflettere ed è narrato con grande minuzia di dettagli che lasciano intravvedere l'attitudine dell'autore a creare una sorta di story-board:  ogni scena si può chiaramente immaginare come in un film. Non manca una sorta di suspence nel dipanarsi dell'azione principale, accuratamente preparata nella prima parte. La scoperta delle conseguenze tragiche determinate dall'incursione di un gatto, che fa una statuaria comparsa al centro del racconto, rende l'avventura alquanto insolita e turba l'atmosfera leggera di quanto viene narrato fino a quel momento.

La presa di coscienza dell'ineluttabilità degli eventi naturali e della strana ironia della sorte rendono il finale un po'serioso, ma l'immagine liberatoria del passerotto solitario che vola in alto e si libra nell'aria, dopo un'ultima carezza che suona quasi come una benedizione, alleggerisce nuovamente il clima di questo originale racconto autobiografico.    

 

Prefazione di "La Cinquecento blu"

Lo spunto autobiografico funge da catalizzatore anche in questo racconto, come in  molti altri del medesimo autore, e innesca una narrazione che, partendo dall'osservazione del reale e del vissuto, sfocia in una vicenda puramente immaginata.

La storia della Cinquecento blu e del suo proprietario Ermanno è tratteggiata con bonaria ironia e con la consueta dovizia di particolari, in uno stile vivace e ricco di riferimenti precisi. Tutto si gioca nei luoghi del quartiere cari all'autore perché teatro della sua vita adolescenziale. Geniale è la trovata dell'insolito furto ai danni di un personaggio che si presenta come emblema della piccola borghesia degli anni Sessanta, che emerge faticosamente dalla miseria del dopoguerra e riesce ad affermarsi conquistando oggetti-simbolo come la macchina, che nel racconto è il fulcro dell'azione. Un'utilitaria piccola piccola, la più piccola come dimensioni e cilindrata, ma che rappresenta per il protagonista Ermanno e per sua moglie Anna un piccolo tesoro da salvaguardare in ogni modo. Ecco che di conseguenza nasce l'idea di uno "scherzo" che destabilizza la famiglia e che dà origine a un piccolo 'giallo' con tanto di indizi e testimoni. La vicenda si risolve con la scoperta del colpevole e con il bel gesto che compensa l'azione malevola subìta dal protagonista, ristabilendo così l'equilibrio della situazione iniziale. 

                                                                                                               Lidia Bertacchi

  

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