martedì 18 ottobre 2011

IL RISVEGLIO DELLA CREATIVITA' ATTRAVERSO PRE-TESTI - ANALISI E METODOLOGIA di Lidia Bertacchi 2011

IL RISVEGLIO DELLA CREATIVITA’ ATTRAVERSO  PRE-TESTI   
“IL DISEGNO ONIRICO COME CHIAVE INTERPRETATIVA DI TESTI LETTERARI  E NON" di Lidia Bertacchi 2011             
                      
OBIETTIVI  E  MOTIVAZIONI

L’obiettivo che si intende raggiungere è aprire i canali  della creatività, che in qualche modo risultano sommersi, attraverso metodologie nuove, soprattutto per una scuola superiore: ricorso all’immagine, al disegno onirico, uso di un sottofondo musicale adeguato all’argomento da trattare, adozione di una situazione di rilassamento, alternativa al normale svolgimento della classica lezione in un clima spesso di tensione o di noia…
Il primo incontro della classe con il prof. Galasso è avvenuto in III, partendo da un passo tratto dalla Divina Commedia di Dante: il canto di Ulisse. Si è tentato un approccio diverso alla letteratura, allo scopo di rendere accessibile a tutti (trattasi di ragazzi di 16 anni di madrelingua tedesca) l’avvicinamento a un mito così complesso e nello stesso tempo sfruttato.
L’interazione con il gruppo –classe, tramite l’auto-osservazione e l’auto-analisi, ha dato risultati insperati. L’entusiasmo e l’impegno dimostrati dagli alunni di fronte a nuove proposte didattiche dimostrano che alternare le usuali metodologie con esperienze multisensoriali è utile e necessario per risvegliare l’interesse e la creatività dei discenti. La traduzione nella didattica dei metodi LEA ha rivelato potenzialità insospettate e ha provocato alcuni cambiamenti nelle dinamiche di classe, favorendo il confronto costruttivo, la collaborazione e la scoperta dell’altro.
L’esperienza di disegno onirico e scrittura creativa con il prof.Galasso è stata integrata  proponendo agli alunni testi ad hoc, come “La metamorfosi” di Kafka, alcune poesie di Ungaretti e futuriste dove compare la sinestesia, alcuni racconti natalizi (Tarchetti, Pirandello) in cui il Natale è visto in modo diverso. Per quanto riguarda la valutazione complessiva di ciò che è stato fatto si rimanda al relativo capitolo.

FINALITA’ GENERALI
La presente ricerca non è stata fatta assolutamente a fini di inquadramento “psichiatrizzante” e neppure meramente nosografico. Ciò comporterebbe una visione puramente statistica e classificatoria delle persone, che dovrebbe essere estranea alla dinamica del processo educativo, ma anche, a maggior ragione, all’inizio stesso del processo in questione. Ecco perché, al contrario, i dati in questione vengono offerti per un’applicazione ulteriore da parte di altri/nuovi insegnanti, non necessariamente solo di materie dell’ambito linguistico-letterario, ma non in chiave precipuamente statistico-quantitativa, quanto invece di valutazione, quindi in senso eminentemente qualitativo.
Per l’insegnante ciò può anche significare avere a disposizione una valutazione ulteriore della personalità del discente, che eventualmente potrà contribuire ad un’altra valutazione didattica, di tipo formativo e non invece meramente sommativo.

Dal punto di vista del discente invece, approcci come quello del “mito come risveglio dell’intuizione” (in gradi inferiori della scolarizzazione “ la fiaba come risveglio dell’intuizione”) con conseguente applicazione del disegno onirico e potenzialmente della drammatizzazione (psicodramma solistico) comporteranno un’altra via d’approccio al testo, non più solo meramente logico-deduttivo, “corticale”, “razionalistico”, risvegliando invece altre forme di intelligenza quali l’approccio intuitivo, quello creativo-artistico e musicale. In realtà, a ben vedere, dunque, l’interazione tra discente e docente si realizza proprio nella comune modalità di ricerca di altri strumenti per approcciare il testo letterario,in altri casi, eventualmente, altri ambiti disciplinari. Una ricerca che, appunto, rifacendosi anche alle ricerche gardneriane e golemaniane  sui “tipi di intelligenza”, ai progressi delle neuro scienze e al rinnovamento totale della modalità didattico-cominicative, è certamente un continuo e mai concluso “ work in progress”, ma una modalità ineliminabile di comunicazione-interazione nuova nel panorama scolastico.   

1) Brain Storm (allegati, breve testo su speranze, aspettative, paure e limiti nella vita > cfr. Colonne d’Ercole)

Tutti gli imput proposti partono dal testo (Il canto dantesco XXVI° dell’inferno) e in qualche modo vi ritornano, ma sono strutturati in forma nuova e prudentemente attualizzati.

Esiste un metodo ben definito dal punto di vista sia epistemologico che pratico, raccolto nel libro “La fiaba come risveglio dell’intuizione” di A.Bermolen – M.G. Dal Porto, Roma Edizione  Magi, 2002,  che cerca non tanto di decostruire la fiaba, quanto di ri-costruirla e ri-contestualizzarla. Il lavoro, che si richiama in modo non dogmatico e non assolutizzante alla psicologia del profondo di Jung, cerca di far trovare ad ogni partecipante una propria via d’accesso e di rielaborazione della fiaba (cfr. “Il cavaliere dall’armatura ossidata”).
Ciò si realizza attraverso una forma di Brain Storm, ovviamente ad hoc; in seguito si propongono dei viaggi immaginari ad occhi chiusi e in condizioni di rilassamento (inspirazione – espirazione profonde), in posizione comoda; si tratta per quest’ultimo aspetto, di una condizione ideale spesso non raggiungibile per esempio in un’aula scolastica. 

Dopo il viaggio immaginario, servendosi di un sottofondo musicale tenue e non cantato (preferibilmente musica barocca o comunque sinfonica e new age), la persona è invitata a ricostruire individualmente le proprie ‘vie oniriche”: ciò avverrà o in forma scritta (una breve prosa, una poesia oppure semplicemente parole chiave) oppure anche in forma grafica (disegno a pastelli).

Dopo queste fasi che cercano di emblematizzare simboli e personaggi particolarmente significativi, segue una fase di riflessione nel gruppo, a partire sia dalle esperienze dirette sia dalle successive riflessioni dei partecipanti.
Movendo da questo metodo ma adattandolo ad una situazione didattica diversa, quale quella del mito - del resto la fiaba o attiene alla costellazione del mito o comunque vi si riferisce -  ho cercato di adattare il metodo stesso con alcune correzioni necessarie, ad un tema specifico e quindi ad un’ unità didattica particolare, nonchè all’età (16/19 anni) e al livello culturale (medio-basso) dei discenti.

Allego gli elaborati a partire dal brain storm.

INDICATORI PER LEGGERE  LE PRODUZIONI GRAFICHE:
a)  il segno: importanti sono incisività e pressione della matita e dei pastelli che    devono essere abbastanza consistenti, senza però arrivare a bucare il foglio (in questo caso si può manifestare una tendenza aggressiva). Se il segno è troppo tenue ci può essere una tendenza a ritrarsi o all’introversione. Se i segni si affastellano, può prevalere una sorta di caos interiore oppure la volontà di dire molte cose in un lasso di tempo breve (tratto di fondo = indecisione).
La dimensione prospettica è una dimensione d’armonia e di equilibrio.

b)  Il colore: il rosso esprime la passionalità, ma anche l’aggressività. Se è dominante, può esserci una forte pulsione aggressiva.
Il blu (pendant del rosso), nelle sue varie tonalità, è il colore dell’armonia e quello dell’ancoramento e della sicurezza (risvolto negativo > necessità di ancorarsi troppo stabilmente a qualcosa – colore dell’inconscio come l’acqua (cfr. Jung)

Il giallo rappresenta il sole, la luce, la luminosità ( risvolto negativo > se omnipervasivo, può essere un eccessiva ricerca di equilibrio).
Il verde, tradizionalmente colore della speranza, ma anche della natura e a tratti della sensualità, comunque della libertà. Se è un verde molto acceso, può sconfinare in tendenze aggressive.

Bianco e nero, i cosiddetti non-colori, rappresentano rispettivamente la purezza  ( può identificarsi però in una ricerca eccessiva di purezza) e la dimensione notturna, infernale  e anche distruttiva e autodistruttiva, ma anche l’elemento di rottura.
Il grigio come colore liminale tra bianco e nero è corrispondente alla dimensione dell’indecisione.

I colori intermedi come l’arancione e il marrone sono abbastanza emblematici: l’arancione rappresenta la ricerca di felicità e di istintività; il marrone è la dimensione sia sensuale ( rapporto con le feci) sia aggressiva.
Il viola è il colore della ricerca e della trasgressione.

Se un colore inferisce nel disegno complessivo o sporca altri colori prevale una dimensione conflittuale. 

c)  Le forme (in particolare quelle geometriche in quanto archetipiche) hanno una valenza importante.  Il quadrato esprime un’ eccessiva ricerca di stabilità, cosa che vale solo in parte anche per il rettangolo, specie se è posto in senso orizzontale. Il rombo è la dimensione della ricerca e della scoperta. Il triangolo è la dimensione dell’armonia, in specie familiare (cfr. Trinità). Talora può esprimere un eccessivo attaccamento all’armonia. Se il triangolo e i suoi lati tendono decisamente verso l’alto, prevale la dimensione metafisica e mistica. Il cerchio rappresenta la perfezione o la ricerca di essa (cfr.Cusano). Se però il cerchio tende a diventare dominante, vi è qualche problema legato ad un’ansia di perfezionismo. Il trapezio rappresenta una certa confusione, ma anche l’aspirazione al cambiamento. La spirale è la ricerca del nuovo, la volontà di trasformarsi: quella involutiva (che si rimpicciolisce) è un fenomeno regressivo, di autocompressione. Ovale e losanga sono elementi materni. Le forme irregolari non sono sempre indice di disordine, ma talora esprimono il desiderio di modificare la propria condizione e la realtà.

d)  Quanto all’uso del foglio, la parte inferiore corrisponde all’inconscio (cfr. i casi in cui gran parte del foglio è occupata dalla parte inferiore che tende a proiettarsi verso l’alto), mentre la parte superiore è corrispondente al sogno, alla trascendenza. La parte sinistra del foglio è prevalentemente corrispondente alla dimensione materna, quella destra a quella paterna. E ancora la parte sinistra corrisponde al passato e al ricordo, la destra al futuro e al progetto. La simmetria di per sé è indice di armonia, se è eccessiva è un sintomo di insicurezza profonda.

e)  Alcuni elementi emblematici: per es. il sole  esprime ancoramento, sicurezza e capacità di irradiare positivamente; il mare e l’acqua esprimono l’elemento inconscio e talora il pericolo, la soglia di rischio. L’albero esprime il radicamento. Se manca una linea di terra può esserci uno sradicamento della personalità. Gli animali, in particolare pesci e uccelli, esprimono la libertà, mentre la figura umana corrisponde al proprio posto nel mondo, il proprio ruolo o i rapporti familiari.

Per la produzione scritta, un peso lo ha sicuramente la scrittura (cfr. grafologia), anche l’ordine in cui il testo scritto si colloca nel foglio, ma anche l’impostazione del testo. Interessante è cogliere fino a che punto la persona immetta direttamente le proprie esperienze personali o tenda invece a generalizzare. Il parlare di sé o il non voler parlare di sé è la dicotomia.

Interessanti poi possono essere le ricorrenze e le ripetizioni, nel senso di tema forte e necessario (un’urgenza della persona).

INTERPRETAZIONI DEL DISEGNO ONIRICO
Immaginare un paesaggio marino piacevole
a)  Data la consegna, c’è una sostanziale aderenza alla consegna ma a parte la prevalenza della parte inferiore del foglio (prevalgono ragioni inconsce su quelle consce), c’è una sostanziale non-occupazione di tutto il foglio (nonostante le  apparenze).
La parte destra è più carente ed emergono delle minacce di cui una è lo squalo (dimensione del padre, del maschile) – area del sociale (problemi nell’infanzia). Ci sono al centro del foglio degli elementi di rottura che possono segnare una disarmonia nel periodo che sta vivendo. L’elemento fuoco rappresenta una fase di passaggio, il volersi mettere alle spalle qualcosa.

b)  Linea di terra presente e un inquadramento generale c’è, però prevale la dimensione inferiore ( quella dell’inconscio e dell’infanzia); si osserva uno stacco tra la parte sinistra e la parte destra, segnata da accentuazioni cromatiche con un picco nell’onda piena di denti (la minaccia che incombe sulla barca potrebbe simboleggiare un trauma che si è creato nell’infanzia) e proviene dalla parte paterna.
La parte materna è più equilibrata presenta un innalzamento progressivo (ascesa dell’età) con alcune minacce (il colore nero degli ometti che hanno un corrispettivo nelle sedie a sdraio). Una notevole parte del foglio rimane non occupata sia nell’area famigliare che in quella sociale. Anche il sole, che dovrebbe rappresentare la speranza nel futuro, è minacciato da gabbiani neri che incombono.

c)   Manca la linea di terra e manca una cornice, ovvero un’ inquadramento del foglio. Viene occupato tutto lo spazio (elemento di armonia della personalità). Decisamente dominante è la parte inferiore (pulsioni inconsce molto potenti, molto forti e continuano ad essere tali, con la caratteristica dell’indeterminatezza: infatti si nota un cromatismo sporco e sfumato). Ci sono elementi di positività come le palme e il sole che fanno parte della dimensione materna, a destra dalla parte paterna predomina il senso di libertà. Tuttavia sulla pace e sulla libertà incombono degli interrogativi ( i gabbiani grigi). 

d)   C’è la linea di terra, c’è la cornice, il disegno è abbastanza armonico.  Le noci di cocco sono elementi che indicano speranza nel futuro. La palma pendente indica una stonatura, un relativo scompenso fra la parte materna e quella paterna: la prima pare essere soccombente, quella paterna è più solida, estesa e distesa. In complesso il quadro è sicuramente armonico.

                                              Copyright by Lidia Bertacchi 2011 - * Tutti i diriiti riservati

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