TRILOGIA LETTERARIA © 2022 di Tiziano Astolfi
recensione di Lidia Bertacchi
Da
alcuni giorni compare on-line sul sito dell'artista multimediale e autore Tiziano Astolfi la Trilogia Letteraria © 2022 composta
dai racconti intitolati rispettivamente Venerbato , La scatola dei turisti, La
Cinquecento blu. Si tratta di
tre racconti brevi in cui l'ispirazione autobiografica costituisce il punto di
partenza da cui scaturiscono le idee per costruire la narrazione di ogni
singolo pezzo.
Nel
primo racconto, "Venerbato",
il raggio laser di un orologio digitale fornisce l'input per un viaggio
metafisico tra realtà e fantasia, in cui il tempo perde consistenza. Il lettore
è incuriosito dall'enigma delle frasi palindrome e il mistero si risolve alla
fine in modo inaspettato.
Nel
secondo racconto, "La scatola dei turisti", si
nota una maggiore aderenza alla realtà vissuta e ai ricordi legati al passato,
ai mitici anni '80, quando si verifica un fatto insolito che colpisce la
sensibilità dell'autore. La
consapevolezza dell'ineluttabilità degli eventi naturali e l'ironia della sorte
costituiscono gli elementi-chiave per interpretare l'originale vicenda,
realmente accaduta e descritta in modo straordinariamente dettagliato.
Infine
il terzo racconto della trilogia, ovvero "La Cinquecento blu",
fa riferimento ad un fatto avvenuto negli anni del boom economico, periodo in
cui anche possedere una vettura utilitaria, come la Cinquecento, era una
conquista sociale per alcune persone. La vicenda in sé è un piccolo 'giallo',
frutto di fantasia, ma il caso da risolvere in base agli indizi, è narrato in modo
realistico e non è privo di un velo di
bonaria ironia.
Qui
di seguito le rispettive Prefazioni ai
singoli tre racconti di Tiziano Astolfi. visionabili sul sito www.tizianoastolfi.com sezione
> Letteratura
Prefazione di " Venerbato"
Un viaggio metafisico che si costruisce
attraverso la chiave di frasi palindrome: l'input che ispira il racconto "Venerbato" è dato da
un orologio digitale con raggio laser che proietta un'ora indefinita, le 00.00,
un attimo sospeso tra passato e futuro. L'atmosfera surreale è sottolineata
dalla "fievole melodia", dalla "fioca luce con sfumature
verde-azzurre" e dall'insolito "profumo di essenze orientali",
che costituiscono gli elementi caratterizzanti del "piano ovattato", il luogo di
osservazione dell'autore. L'
allitterazione della consonante 'f' nelle parole usate per la descrizione
induce a pensare ad un soffio delicato che innesca la visione e la riflessione.
Il
racconto parte da un enigma e stabilisce
fin dall'inizio un equilibrio tra realtà e fantasia. La reiterata curiosità per
il nuovo e per l'insolito che caratterizza l'autore e lo stupore di fronte
all'apparire di un misterioso aquilone, su cui sono impresse delle frasi
palindrome, creano una sorta di suspence
che induce il lettore a scoprire il séguito della narrazione. Si possono
individuare tre tappe fondamentali, definite "case della formazione",
che formano un arcano intreccio tra didattica, musica e arte e stimolano chi
legge a "interagire con il pensiero" per soddisfare il desiderio
umano di conoscere ed esplorare uno spazio metafisico, spazio in cui si ha
difficoltà a rapportarsi con la linea del tempo. Il sogno svanisce grazie
all'inserzione di un elemento realistico, il "segnalibro", che
risveglia l'autore e gli dà la consapevolezza di aver 'vissuto' un viaggio
utopico in un giorno che non esiste.
Prefazione di "La scatola dei turisti"
Si
discosta dallo stile dei precedenti il racconto breve di Tiziano Astolfi
"La scatola dei turisti" (2022) per la maggiore aderenza alla realtà
del vissuto, anche se tutta la vicenda è filtrata attraverso gli occhi
dell'autore che narra in chiave autobiografica, anche se del co-protagonista si
parla in terza persona. Riaffiora il
passato, il rimpianto per i mitici anni '80, in cui T.A. ha sperimentato e
vissuto le più memorabili avventure. Sono gli anni più intensi della sua
formazione e della sua produzione artistica, nonché il periodo della
spensieratezza, delle amicizie, degli amori, della massima creatività.
L'attrazione e la curiosità per
l'insolito costituiscono il motore narrativo di questo racconto incentrato su
un episodio che mette in luce la sensibilità e la generosità di un amico nei
confronti del mondo animale, ma anche il ruolo della casualità nelle vicende
umane. Il racconto rivela ancora una
volta la predisposizione dell'autore ad osservare e riflettere ed è narrato con
grande minuzia di dettagli che lasciano intravvedere l'attitudine dell'autore a
creare una sorta di story-board: ogni
scena si può chiaramente immaginare come in un film. Non manca una sorta di
suspence nel dipanarsi dell'azione principale, accuratamente preparata nella
prima parte. La scoperta delle conseguenze tragiche determinate dall'incursione
di un gatto, che fa una statuaria comparsa al centro del racconto, rende
l'avventura alquanto insolita e turba l'atmosfera leggera di quanto viene
narrato fino a quel momento.
La
presa di coscienza dell'ineluttabilità degli eventi naturali e della strana
ironia della sorte rendono il finale un po'serioso, ma l'immagine liberatoria
del passerotto solitario che vola in alto e si libra nell'aria, dopo un'ultima
carezza che suona quasi come una benedizione, alleggerisce nuovamente il clima
di questo originale racconto autobiografico.
Prefazione di "La
Cinquecento blu"
Lo
spunto autobiografico funge da catalizzatore anche in questo racconto, come
in molti altri del medesimo autore, e
innesca una narrazione che, partendo dall'osservazione del reale e del vissuto,
sfocia in una vicenda puramente immaginata.
La
storia della Cinquecento blu e del suo proprietario Ermanno è tratteggiata con
bonaria ironia e con la consueta dovizia di particolari, in uno stile vivace e
ricco di riferimenti precisi. Tutto si gioca nei luoghi del quartiere cari
all'autore perché teatro della sua vita adolescenziale. Geniale è la trovata
dell'insolito furto ai danni di un personaggio che si presenta come emblema
della piccola borghesia degli anni Sessanta, che emerge faticosamente dalla
miseria del dopoguerra e riesce ad affermarsi conquistando oggetti-simbolo come
la macchina, che nel racconto è il fulcro dell'azione. Un'utilitaria piccola
piccola, la più piccola come dimensioni e cilindrata, ma che rappresenta per il
protagonista Ermanno e per sua moglie Anna un piccolo tesoro da salvaguardare
in ogni modo. Ecco che di conseguenza nasce l'idea di uno "scherzo"
che destabilizza la famiglia e che dà origine a un piccolo 'giallo' con tanto
di indizi e testimoni. La vicenda si risolve con la scoperta del colpevole e
con il bel gesto che compensa l'azione malevola subìta dal protagonista,
ristabilendo così l'equilibrio della situazione iniziale.
Lidia
Bertacchi
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